Trombe di Gerico

La città papale si infogna. Beh, conoscendo la pazienza degli abitanti (che hanno giustamente fatto saltare in aria i cardinali gozzovigliatori), non potevo proprio pensare ad atteggiamenti quinquennali di riordino delle strade o del decoro pubblico.

Qualche voce si leva a protezione del proprio orticello, qualcuno ancora inneggia “Love Love Love” come la ragazza di Ruggero (avete capito il film), ricordi del passato bolscevico e nuovi vegan fanno capolino, ma la monnezza, e la cacca, quelle restano sempre.

Risciacquare i panni in Arno

Manzoni voleva incitare, con questa frase, all’uso della lingua italiana colta prendendo spunto da quello che lui stava facendo nel suo romanzo: insomma, una mezza specie di sistemazione senza troppi clamori. Per un pindarico senso traslato, tuttavia, la locuzione ha assunto un significato ammiccante, dove il panno sporco sarebbe il fattaccio di casa o qualcosa che si vorrebbe purificare senza esporsi al pubblico ludibrio.

Eccoci, infatti, con i panni di Viterbo: momento tormentato per la Giunta comunale a causa dello stato di abbandono in cui versa la città per quanto riguarda i servizi essenziali. Ironicamente, Viterbo si è trasformata in Viterba.

La visione e l’odore fotografico dei panni lavati però è di buon auspicio.